Venerdì 30 maggio, sciopero nazionale del trasporto pubblico di 24 ore e 4 ore (8.30-12.30), per le società Atac S.p.A. e Roma Tpl, con rispetto delle fasce di garanzia, per la sigla sindacale USB.
Servizio di trasporto garantito da inizio servizio alle ore 8.30 e dalle 17 alle 20. Tra le 8.30 e le 17 e dalle 20 a fine servizio a rischio le corse di autobus, tram, filobus, metropolitane e ferrovie Roma-Lido, Termini-Giardinetti e Roma-Viterbo.
Inoltre, nella notte tra giovedì 29 e venerdì 30 sono a rischio le corse delle linee notturne da N1 a N27
E’ questo il comunicato che ieri è apparso sul sito ufficiale della società dei trasporti di Roma. E via con il caos solito della Capitale.
File interminabili di auto, pullman e camion incolonnati nel traffico della Città. Ma qual’è la novità visto che Roma è solita vivere in questo perenne stato di caos, ansia e stress da traffico?
Beh, in realtà lo sciopero non c’era, ma i romani non lo sapevano.
Il blocco era stato annullato ieri in serata, almeno dall’Atac, perché le altre aziende del tpl romano e laziale hanno deciso di mantenere lo sciopero. Ai cittadini la notizia non era arrivata, probabilmente perché nessuno è tornato a casa la sera dopo il lavoro e ha fatto un salto sul sito dell’Atac o forse perché a livello giornalistico l’informazione ha incontrato “resistenze”,
Insomma, nessuno ha avuto la brillante idea di rendere partecipi i romani del fatto che prendere un mezzo pubblico e girare per la città avrebbe creato meno disagi rispetto alla decisione di salire in macchina e recarsi a lavoro.
Ma niente, a quanto pare la Capitale è destinata a vivere nel caos anche quando evitabile. Così nel frattempo i romani ritardano nonostante tutto sia nella normalità, una parola che forse a Ignazio Marino e a chi gestisce i servizi è molto poco familiare.